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Il Progetto

Imparare il Jazz con il Rap e il Rap con il Jazz.

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Già prima di dilagare a livello planetario ed essere ascoltato e praticato massicciamente dalle nuove generazioni, l'hip hop ha trovato orecchie attente nel jazz: Max Roach fu pronto a farsene autorevole avvocato, e un quarto di secolo fa Miles Davis ci lasciò con un abbozzo di connubio che purtroppo non ha avuto sviluppo.

Le manifestazioni di interesse per un dialogo non sono mancate, da entrambe le parti. Non si può dire però che in Italia si sia realizzata, decenni dopo l'apparire del rap sulla scena, un'apertura dichiarata tra jazz e hip hop, malgrado le due espressioni condividano una determinante matrice afroamericana. A livello internazionale invece, è comune guardare all'hip hop come una naturale evoluzione del linguaggio jazzistico: gruppi come A Tribe Called Quest, Gang Starr e De La Soul non si consideravano eredi del soul o dell'R & B, ma del jazz. Non è un caso che uno dei primi singoli dei Tribe sia Jazz (We've Got). Tra questi generi esiste un legame forte: entrambi credono nell'autenticità e nel potere della voce individuale; entrambi amano l'improvvisazione e il groove; entrambi sono legati a un senso di comunità. Sono molte le idee condivise: la tradizione hip hop è fondata sul "prendere in prestito" idee altrui. Strutture, melodie, armonie già esistenti vengono usate tramite il sampling come fondamenta per invenzioni musicali nuove. Diversamente, nel jazz l'idea del sampling è considerata un sacrilegio, ma i musicisti jazz sono allo stesso tempo capaci di omaggiare decine di canzoni diverse in un unico assolo. Sonny Rollins, una sorta di archivio ambulante di vecchie melodie, non svolge fondamentalmente un'operazione così diversa da quella di un grande produttore. Risulta evidente quindi come jazz e hip hop non siano che due estensioni della cultura afroamericana, come due rami dello stesso albero.

Nell'espressione artistica contemporanea e soprattutto nel nuovo mercato musicale, il jazz ha trovato nell'hip hop il cavallo di troia per sopravvivere nell'uso e nel consumo giovanile. Dall'altra parte, partendo da Kendrick Lamarper arrivare ad Anderson Paak, da Thundercat ai The Roots, da FlyingLotusa Jay Z, l'hip hop fonda la sua forza e la sua consapevolezza nelle radici del jazz. Un fenomeno tipicamente americano che però ha avuto ampio sviluppo in Europa, in particolare nel Regno Unito e in Francia.

"La sfida è quella di promuovere e rafforzare un processo in atto, che in Italia ha per ora visto solo timidi exploit occasionali, nell'intento di mettere in contatto il linguaggio del jazz italiano con le nuove forme d'espressione che dominano il mercato e i media nelle varie accezioni e mutazioni del rap. Con una vera e propria residenza artistica si vogliono valorizzare i nuovi attori che rappresentano al meglio questa identità, nel tentativo di accelerare il processo di emancipazione che è già avvenuto nel resto del mondo, in cui l'abbattimento di genere ha fatto maturare aperture e prese di coscienza nei confronti della tesi: il jazz è hip hop, l'hip hop è jazz."

Un esempio iconico e puntuale della tematica artistica e culturale che verrà approfondita nella residenza è il concerto di commiato per il presidente Obama, svoltosi all'interno della biblioteca della Casa Bianca di Washington, in cui si sono esibiti tra gli altri Robert Glasper, Common, Bilal, etc. Questo evento ha portato in una sede istituzionale di grande rilevanza proprio il linguaggio di cui si vuole approfondire l'analisi in questo progetto e potrà rappresentare pertanto uno spunto di riflessione nella prima fase della residenza.

La rappresentazione di questa performance dimostra quanta autenticità, autorevolezza e consapevolezza esista nei confronti di questa forma di dialogo tra musica e parola, tra jazz e rap. Trasferire con sensibilità e professionalità questi modelli è alla base non solo di uno sviluppo musicale, ma anche socio-culturale: genera un patrimonio inestimabile nella consapevolezza e nella visione dei candidati coinvolti, stimolando un diverso approccio non solo nell'affrontare il mercato musicale e discografico, ma anche nella relazione e nello scambio umano e artistico.

Alla base del progetto esiste la necessità di divulgare e creare nei giovani musicisti italiani maggiore consapevolezza nei confronti della matrice che ispira la maggior parte della musica moderna e contemporanea, la black music. Un viaggio antropologico e culturale alla genesi del linguaggio delle musiche attuali, che prendono spunto ampiamente dal jazz afroamericano, arrivando a meticciarsi nel pop metropolitano grazie all'avvento dell'hip hop.

Articoli e Link d'interesse

Call for Artists

I musicisti saranno selezionati per il progetto tramite una call che si configura come un vero e proprio contest dedicato ai giovani performer e producer. Attraverso un apposito form verranno individuati su tutto il territorio nazionale autori, musicisti e producer in grado di maneggiare gli alfabeti del jazz e i nuovi concetti sonori delle musiche attuali, con particolare attenzione alle contaminazioni delle sonorità provenienti dal mondo urban e hip hop. Affrontare con consapevolezza la sfida di questo progetto è un'esperienza complessa che richiede competenza e rispetto, con la prospettiva di poterla rendere un modello di ispirazione e divulgazione a livello nazionale, credibile nella sua tesi e nella sua manifestazione.

Durata

Il progetto verrà avviato a Settembre 2021 con la pubblicazione della call per artisti e si chiuderà entro il 15 Novembre 2021 con la restituzione dei lavori. Verrà pubblicato un EP discografico firmato dalla label Time is The Enemy, in collaborazione con Hyperjazz, distribuito su tutte le piattaforme digitali e in un vinile a tiratura limitata.

Luoghi & Fasi

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1. Introduzione e networking a Cella Monte

Cella Monte è un borgo Unesco che ha dalla sua l'infinita bellezza e il prestigio architettonico. Immerso nella campagna e nelle colline del Monferrato, garantisce alla prima fase della residenza intimità e concentrazione per accogliere in un ambiente familiare e confortevole musicisti selezionati, tutor, ospiti e giornalisti. Il team verrà ospitato nel "Secret Garden", headquarter di Jazz:Re:Found, dove verrà allestita un'area dedicata per le sessioni di introduzione, ascolto e formazione.

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2. Laboratorio musicale a Fondazione Pistoletto presso Biella

La seconda parte, ovvero la fase operativa e laboratoriale della Residenza Artistica, si svolgerà in uno dei luoghi del territorio che più si presta ad attività di questo tipo: Cittadellarte è una "fabbrica di cultura come tessuto sociale", una vibrante community imprenditoriale e culturale immersa in spazi deputati all'arte e alla formazione.

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3. Restituzione lavori - Registrazione in studio

La terza e ultima fase prevede la registrazione in studio del materiale realizzato nel corso del laboratorio musicale, in una struttura fortemente ispirazionale, individuata selezionando un contesto altamente qualificante rispetto alla scena e all'industria musicale di riferimento, in una dimensione ideale per la conclusione della residenza, dove potranno prospettarsi per i candidati occasioni di confronto con ospiti, addetti ai lavori e professionisti, condividendo esperienze e best practices e approfondendo i temi peculiari della residenza. I contenuti prodotti in questa fase conclusiva saranno propedeutici alla produzione di un support discografico, oltre alla valorizzazione e circuitazione del progetto all'interno de network dei festival nazionali e internazionali, in particolare grazie alla rete italiana IMF.